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Tedeschi, Paolo


Tedeschi, Paolo

1826

XIX

M

Giornalista, scrittore e professore, Paolo Tedeschi nasce il 20 giugno del 1826 a Trieste. Rimasto orfano a soli dodici anni, compie gli studi ginnasiali e liceali nel seminario di Portogruaro, in provincia di Venezia, dove inizia la sua formazione. In seguito studia teologia a Gorizia e consegue l’abilitazione all’insegnamento secondario nel 1853 a Vienna. Diviene dunque professore nel Liceo di Capodistria, amato e ammirato per la sua profonda cultura.

Collabora con la strenna istriana «Porta Orientale» dal 1857 al 1859.

Nel 1860 pubblica il giornale religioso e morale «Il buon fratello», che viene chiuso lo stesso anno dalla censura austriaca.

Sotto lo pseudonimo di Prete Pero, nel 1861 scrive per il giornale politico «Il tempo» di Trieste le Scorribande autunnali, in cui illustra diverse località dell’Istria e del Friuli, e Il purgatorio di padre Ireneo della croce. Visioni di prete Pero, scritti per cui (tra il 27 ottobre e il 5 novembre 1862) viene processato dal governo austriaco come collaboratore del giornale triestino, accanto ad Antonio Antonaz, redattore responsabile. Tedeschi e Antonaz sono accusati di perturbazione della pubblica tranquillità, sedizione ed offese alla religione e condannati ad alcuni mesi di prigione. Tedeschi sconta, dunque, due mesi di duro carcere con otto giorni di isolamento. L’anno successivo il triestino racconta i due mesi di reclusione nell’opera Due mesi in gattabuia. Memorie di prete Pero.

Allo scoppio della terza guerra d’indipendenza, nel 1866, il patriota triestino è accusato di azioni sovversive dalla polizia austriaca e viene bandito dalla città natale.

Tedeschi si trasferisce, quindi, prima a Firenze e in seguito a Milano.

Nel capoluogo lombardo, deposto l’abito talare, lo scrittore trova un impiego presso l’editore Lampugnani e sposa Zaira Cairati.

Nel 1868 per intercessione di Ruggiero Bonghi, filologo e politico napoletano, ottiene la cattedra di Lingua e Letteratura Italiana al liceo comunale di Foggia.

In seguito concorre per il posto di insegnante di Lettere Italiane a Lodi e diviene professore nella Scuola Normale Femminile dal 1869 al 1902, alternando quindi l’attività di docente e gli studi pedagogici all’interesse letterario e alla collaborazione costante con numerosi giornali e riviste della penisola, tra i quali la «Favilla», «L’Alba», «Il cittadino», «Mente e cuore», «La ricamatrice», «Trieste letteraria», «Nuova antologia» e «Il pungolo».

Nel 1890 riceve la medaglia di bronzo nell’esposizione di architettura a Torino per i suoi scritti d’arte.

Negli ultimi anni Tedeschi è colpito da cecità.

Muore a Milano il 31 maggio 1911, dopo aver dettato le sue memorie. Nello stesso anno il Comune di Lodi fa collocare una lapide in suo ricordo nella sede della scuola in cui il triestino aveva insegnato per più di trent’anni.



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