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Nikola Tommaseo e dalmatinski tisak [Niccolò Tommaseo e la stampa dalmata]/ Živko Nižić e Nedjeljka Balić-Nižić - Zadar : Sveučilište u Zadru, 2009. – recensione a cura di Estera Miočić.


Il presente volume è una raccolta di saggi in gran parte già pubblicati all’interno di alcuni volumi collettanei e in riviste scientifiche.  

Attraverso l’analisi di articoli apparsi sui principali giornali e riviste dalmate, gli autori illustrano con ampie citazioni e commenti la ricezione della personalità e dell’opera di Tommaseo nella stampa dalmata abbracciando un periodo relativamente lungo che va dagli anni quaranta dell’Ottocento fino all’inizio della seconda guerra mondiale.

Nižić e Balić-Nižić si concentrano soprattutto sulla stampa di lingua italiana, la lingua della cultura dalmata fino alla seconda metà dell’Ottocento, lasciando invece da parte l’analisi della stampa e della pubblicistica in lingua croata e serba.  

Il volume ci permette di notare come i singoli giornali e riviste in diversi periodi storico-politici usarono il prestigio e l’autorevolezza del celebre intellettuale dalmata per promuovere e legittimare le proprie particolari posizioni rispetto a svariate questioni politiche, culturali e sociali.

Si può osservare come nel periodo fra gli anni quaranta e sessanta dell’Ottocento, all’epoca dei primi, seppur ancora deboli, segnali di risveglio nazionale fra i croati e gli slavi dalmati, lo spirito romantico-popolare di Tommaseo raccogliesse il consenso di diversi giornali dalmati in lingua italiana e croata. “La Gazzetta di Zara”, “La Dalmazia” e “Zora Dalmatinska” dedicarono molto spazio e attenzione alle pubblicazioni di Tommaseo che esaltavano e valorizzavano il culto della tradizione popolare dalmata e slava.

A partire dagli anni sessanta, con il progressivo diffondersi in Dalmazia di ideologie nazionali divergenti e contrastanti, la stampa dalmata rifletté sempre più la crescente tensione politica e culturale fra gli unionisti, i sostenitori dell’annessione della Dalmazia alla Croazia, e gli autonomisti, i teorizzatori dell’esistenza di una nazione dalmata autonoma. Un momento importante di questo periodo di lotte e tensioni fu lo scontro politico-culturale fra il giornale filo–croato “Il Nazionale” e l’autonomista “La Voce Dalmatica”, in cui fu coinvolto Tommaseo. In un suo messaggio, Ai Dalmati, Tommaseo spiegò le profonde ragioni storiche e politiche per le quali era necessario rimandare l’unione della Dalmazia alla Croazia. In quell’occasione mise in rilievo le differenze e le divisioni storiche e culturali fra le due regioni. Si dichiarò non favorevole all’introduzione del croato nelle scuole e nell’amministrazione pubblica, in quanto, a suo parere, la lingua croata non era ancora sufficientemente matura per svolgere un ruolo ufficiale pari a quello della lingua italiana. Le prese di posizione di Tommaseo contrarie all’annessione della Dalmazia alla Croazia suscitarono l’indignazione e l’ostilità dei nazionalisti slavofili, che iniziarono a contestarlo e criticarlo sul loro giornale “Il Nazionale”.

L’essere dalmata di Niccolò Tommaseo, il suo forte interesse verso la terra nativa e la sua profonda devozione alla lingua italiana furono aspetti esaltati dal giornale autonomista “Il Dalmata”. Riportando da altri giornali italiani i giudizi della critica letteraria secondo la quale il valore dell’opera di Tommaseo era paragonabile a quello di Manzoni, Leopardi e Guerrazzi, “Il Dalmata” sottolineava la notorietà e il radicamento dello scrittore di Sebenico nella cultura italiana, che, a differenza di quella croata, aveva già prodotto grandi modelli letterari.          

L’atteggiamento profondamente educativo e propositivo di Tommaseo riguardo alle questioni politiche e sociali e i suoi valori morali e religiosi furono particolarmente apprezzati da “La Dalmazia Cattolica”. Sulle pagine di questo giornale Tommaseo, antimaterialista e moralista, sostenne la necessità di preparare innanzitutto un’unione spirituale fra gli Slavi impegnandosi a diffondere la conoscenza reciproca, condizione indispensabile per un futuro avvicinamento politico.    

Nel 1874, l’anno della morte di Tommaseo, tutti i giornali dalmati abbandonarono per un istante le divisioni e i dissidi politici e manifestarono un corale cordoglio per la perdita del “figlio più grande della patria comune”. “Il Dalmata” si congedò dal celebre letterato con numerosi sonetti d’occasione che esprimevano una profonda ammirazione per la sua figura di cosmopolita e la sua monumentale opera, confidando nella vitalità e nella sopravvivenza del genio di Tommaseo anche dopo la morte. In tale occasione sia “Il Dalmata” che “Il Nazionale”, i due principali giornali dalmati, riconobbero l’importanza della mediazione di Tommaseo tra il mondo slavo e quello italiano, in particolare i suoi meriti per aver tradotto Le Scintille e aver fatto conoscere all’estero la cultura dalmata e slava.

Dopo la morte di Tommaseo, gli equilibri politici in Dalmazia conobbero un progressivo mutamento. Gli ultimi decenni dell’Ottocento furono all’insegna di una forte polarizzazione politica e culturale fra i croati slavofili e gli italiani autonomisti. Di fronte all’ormai indiscussa egemonia dei partiti croati, gli autonomisti dalmati italiani si trovarono in una posizione del tutto minoritaria. In questo contesto, per “Il Dalmata” la commemorazione di Tommaseo divenne l’occasione per affermare con ancora maggiore forza la peculiare identità dalmata, il suo essere un punto di incontro tra l’Oriente e l’Occidente, tra l’Italia e la Slavia.

Nel ricordare la figura e l’opera di Tommaseo si cercava di superare le ostilità e le divisioni reciproche difendendo la plurisecolare esistenza di un’identità comune. In questo ruolo di mediatore culturale e politico si distinse in particolare Paolo Mazzoleni, un profondo e appassionato cultore della biografia e dell’opera del celebre dalmata.

Gli autori del libro notano come talvolta le celebrazioni di Tommaseo suscitassero polemiche e scontri tra i dalmati italiani e i nazionalisti croati. In quelle occasioni gli italiani contestavano l’emancipazione culturale e politica croata accusando la controparte di voler slavizzare Tommaseo al fine di arricchire il proprio povero patrimonio letterario.

 

Alla fine della prima guerra mondiale con la spartizione della Dalmazia fra l’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, Zara divenne il centro politico e culturale della minoranza italiana in Dalmazia. Nel periodo fra le due guerre, fu in particolare la “Rivista dalmatica” a mantenere vivi il ricordo e la memoria di Tommaseo e della sua opera attraverso la pubblicazione di diversi scritti e contributi scientifici. Gli autori del libro osservano come nella rivalutazione postuma dell’opera e della figura di Tommaseo ci fosse da parte di alcuni studiosi italiani la tendenza a sminuire il suo apporto alla cultura e alla letteratura slava. Così, ad esempio, Giuseppe Praga sostenne che Tommaseo non riuscì mai a penetrare lo spirito della lingua materna croata poiché ne ebbe una conoscenza superficiale: a suo avviso, ciò era testimoniato dai numerosi errori da principiante commessi nella stesura di Scintille. D’altro canto, Vitaliano Brunelli cercò di spiegare l’interesse di Tommaseo per la cultura popolare slava interpretandolo come un fatto puramente strumentale, dovuto alla volontà di dissuadere i dalmati dall’unione con i croati del nord. Ci furono poi altre analisi e studi che interpretavano l’interesse e la curiosità di Tommaseo  verso la cultura e la letteratura slave collocando il grande letterato nel contesto più ampio del romanticismo europeo.           

Il libro ci mostra l’evoluzione della percezione dell’identità politica e culturale di Tommaseo, il passaggio dall’immagine del patriota romantico a quelle dell’autonomista dalmata e successivamente dell’italiano di Dalmazia. La visione di Tommaseo di un’identità condivisa fra italiani e slavi fu distorta e sacrificata dal prevalere dei nazionalismi che in parte snaturarono e semplificarono il suo pensiero autentico e originale.  

Tommaseo, per molti versi precursore dell’uomo moderno, cercava una sintesi tra le diversità, il completamento di sé nell’altro. Il suo pensiero fu una sorta di spazio intermedio di confine fra culture e discipline diverse che si completavano e permeavano reciprocamente senza escludersi. In questo senso il volume ci offre uno stimolo per riflettere sulla complessità della figura e dell’opera di Tommaseo, i cui molteplici aspetti vanno studiati e analizzati tenendo presente il suo sforzo continuo di mediare le diversità e di superare le barriere.

 Estera Miočić



Monografia






2009

XXI




Dalmazia


Serbo-Croato




Adriatico orientale

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