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Lungo la via Appia-Traiana (I sec.)

 

Itinerario curato da Alessandra De Paolis


Quinto Orazio Flacco aveva 28 anni quando, nel 37 a.C., in compagnia di Mecenate e di Cocceo, impegnati in una missione diplomatica, ma anche di amici letterati e poeti, quali Eliodoro, Vario e Virgilio, compì il viaggio da Roma a Brindisi. Si trattava di un vero e proprio convoglio, composto da un nutrito seguito di servitori, carri per i viaggiatori e animali da soma per i bagagli e, infine, il buffone Sarmento, che doveva rallegrare la brigata nelle sue soste.     
 
Alcuni anni più tardi, il poeta raccontò l'esperienza di quel viaggio in una satira, la quinta del primo libro di Saturae, più nota come Iter Brundisinum, un'opera dallo stile a tratti schematico e frammentario, probabilmente perchè ricavata da appunti frettolosamente annotati.


La comitiva impiegò otto giorni a percorrere l'intera via Appia, procedendo su carri da trasporto a quattro ruote ad andatura turistica. 
La
via Appia Antica è una strada romana che collegava Roma a Brindisi, il più importante porto per la Grecia e l'Oriente nell'antichità. L'Appia è probabilmente la più famosa strada romana, la prima sulla quale apparvero le pietre miliari; la sua importanza viene confermata dal soprannome con il quale i Romani la chiamavano: regina viarum (Stazio, Silvae 2, 12).

Ancora oggi si possono ammirare ampi tratti della strada originale.

Appia Antica 3
Via Appia Antica



















Proponiamo dunque al viaggiatore moderno di provare a ripercorrere insieme a noi il tragitto di questi antichi viaggiatori lungo la nota via.

Attraversati il Lazio e la Campania, il gruppo giunge a Benevento, dove trascorre una serata molto movimentata a causa di un incendio divampato nella cucina dell'osteria. 
Allontanandosi da Benevento, Orazio guarda verso nord-est e scopre le vette dell'Apulia bruciate dallo scirocco, dietro le quali si nasconde la nativa Venosa e i luoghi della sua infanzia. Ecco la descrizione di quei luoghi impervi

 

Monti
Scorcio montuoso pugliese

Incipit ex illo montes Apulia notos 
ostentare mihi, quos torret Atabulus et quos 
numquam erepsemus, nisi nos vicina Trevici 
villa recepisset [...]
 

 


TRAD: 
 Da lì l’Apulia comincia a mostrarmi i monti a me noti, che lo scirocco brucia e che noi  mai avremmo valicato, se non ci avesse ospitato una cascina vicina a Trevico [..]



Da Benevento, attraverso Venosa, la via Appia raggiungeva il mare di Tarentum (Taranto) e da qui terminava a Brundisium (Brindisi) dopo aver toccato altri centri intermedi (un'importante stazione era presente nella città di Oria). I nostri viaggiatori, però, scelgono di non seguire questo tragitto e deviano lungo un altro tracciato di età repubblicana, quello sul quale molti anni dopo, fra il 108 ed il 110 d.C., per volere di Traiano, venne costruita la
via Appia-Traiana



Mappa
Le due antiche vie a confronto: la via Appia Antica e la via Appia-Traiana

Si trattava di una variante della via Appia e collegava Beneventum  (Benevento) a Brundisium  (Brindisi), attraverso Aecae (Troia), Herdonia (Ordona), Canusium (Canosa di Puglia), Rubi (Ruvo di Puglia), Butontum (Bitonto); da qui proseguiva lungo la costa toccando Barium (Bari) ed Egnatia (presso Fasano). 

Nelle campagne pugliesi (ad esempio a Monopoli) è possibile ritrovarne ancora alcuni tratti lastricati. A Bari e ad Ascoli Satriano sono conservate le colonne miliari che ne segnavano l'attraversamento.   
Considerato l'interesse storico e il valore dei reperti archeologici rintracciabili lungo la via, è stata proposta molte volte l'istituzione di un'area protetta che permetta di preservare e fruire di queste ricchezze.

Orazio e i suoi compagni lasciano Trivico e percorrono ventiquattro miglia in carrozza: Di qui siamo condotti di corsa ventiquattro miglia in carrozza [...] 


cattedrale di Troia
            La cattedrale

Al viaggiatore moderno consigliamo di percorrere la via Appia-Traiana sulle orme di Orazio, ma suggeriamo anche di soffermarsi a visitare le tante meraviglie venute su con i millenni lungo questo tragitto. 

E' il caso, ad esempio, della città di Troia, uno dei più affascinanti borghi medievali di tutta l'Italia meridionale, con la sua splendida cattedrale in stile romanico, sulla cui facciata spicca il noto rosone ad undici raggi.

rosone
                          Il rosone


O ancora, suggeriamo una sosta a Bovino, il borgo degli ottocento portali di pietra, con il suo imponente Castello ducale, che ha ospitato al suo interno personaggi d'eccellenza come Torquato Tasso, Giovan Battista Marino, Maria Teresa d'Austria e Papa Benedetto XIII.


Proseguendo in direzione di
Canosa, a circa tre chilometri dal centro della città, sul fiume Ofanto, si presenta al viaggiatore moderno un reperto archeologico di valore inestimabile. Si tratta del Ponte Romano costruito da Traiano per consentire l'attraversamento del fiume a chi percorresse la via Appia-Traiana. Con la sua imponente struttura a schiena d'asino, il ponte si articola in cinque arcate a tutto sesto, sorrette da enormi pilastri terminanti a cuspide. 


Ponte
          Il Ponte Romano

Tornando al racconto odeporico del poeta venosino, il gruppo di viaggiatori trascorre la notte in una piccola città il cui nome non può essere versificato in esametri. Qui - dice Orazio - è posta in vendita la più a buon mercato delle cose, cioè l'acqua, ma il pane è di gran lunga il più buono, tanto che il poeta consiglia a chiunque passi di lì di farne provvista: [...] intendendo fermarci nella cittadina che non si può nominare nel verso, mentre è facile assai indicarla per segni: qui l'acqua, la più economica di tutte le cose, si vende, ma il pane è di gran lunga il migliore, tanto che il viaggiatorie accorto ha l'abitudine di portarsene in collo per il prosieguo del viaggio.  


Pane di Ascoli Satriano

Molte sono le città che si contendono questa attribuzione di prelibatezza del pane da parte di Orazio, ma noi crediamo che la cittadina dal pane splendido sia Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, dove ancora oggi fiorisce la tradizione di quello che viene chiamato "pane di grano", ad esaltare le virtù cerealicole del Tavoliere.



Sede della storica battaglia di Pirro contro i Romani, il centro abitato della città è distribuito su tre colline, ricche di reperti archeologici e testimonianze del nostro passato e dalle quali si può godere di bellissime viste panoramiche. Al di là dell'arte e della storia, infatti, ciò che noi segnaliamo sono le numerose zone boschive negli immediati dintorni della città, vere oasi di verde nelle quali è possibile fare lunghe passeggiate, organizzare escursioni ecologiche e respirare aria purissima. Le caratteristiche orografiche permettono escursioni in mountain bike; particolarmente suggestivo il percorso che va dall'Arco dell'Orologio al castello Ducale, fino al belvedere, dal quale si gode della vista sulla vallata sottostante.

Ascoli Satriano
Nei dintorni di Ascoli

Il consiglio oraziano di far provvista del pane squisito della città non menzionata viene espresso in contrasto con il giudizio negativo sul pane della città più vicina, Canosa, che sarebbe troppo duro. Figlio della non lontana Venosa, Orazio aveva evidentemente qualche conto in sospeso con gli abitanti di Canosa, città che disprezza anche per la scarsezza d'acqua: Infatti è duro come la pietra a Canosa, che non è più ricca di un'urna d'acqua; località che è stata fondata un tempo dal valoroso Diomede.


Canosa
Scavi paleocristiani


     Ma se Orazio può esser stato mosso da ragioni personali in tal giudizio, noi consigliamo al viaggiatore d'oggi di soffermarsi a Canosa per ammirare la ricchezza dei suoi reperti archeologici, seguendo i vari percorsi proposti dalla città, da quello paleocristiano a quello dauno ricco di ipogei, da quello romano-imperiale (lungo il quale è possibile ammirare intatti i monumenti di età Imperiale quali, l'Arco Onorario, la necropoli del Ponte della Lama  e il già citato Ponte sull'Ofanto) a quello bizantino medievale, comprendente tra l'altro il mausoleo di Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, e i ruderi dell'antico castello svevo-normanno.


La passeggiata può proseguire verso l'antica fontana medievale di San Ruggiero e i vicini scavi di San Mercurio, sull'omonima collinetta, coi resti di una imponente domus romana d'epoca imperiale o presso il vicino Menhir che rimanda al mito dell'eroe omerico Diomede, fondatore - ricorda Orazio - di Canosa. 

Canosa è direttamente collegata a Canne attraverso la piccola ferrovia Barletta-Spinazzola, che percorre i più suggestivi tesori archeologici della Puglia. Tutt'intorno si possono ammirare le caratteristiche distese di ulivi pugliesi.


Ulivi
Distese di ulivi nella campagna pugliese


Canne della Battaglia, pochi ruderi bastano a rammentare l'antica battaglia di Roma contro Annibale.



Accade talvolta che eventi eccezionali facciano di un piccolo sito un luogo destinato a imprimersi nella memoria collettiva: è il caso della piccola altura di Canne, a Barletta, che in ricordo del grande scontro tra i Romani e i Cartaginesi guidati dal mitico eroe Annibale del 216 a.C. è passata alla storia come Canne della Battaglia. 

Dalla collina che domina il teatro naturale della celebre battaglia, Canne sovrasta tutto l'orizzante fino al Gargano con la sua cittadella.

 

Canne
Immagine di Canne dal testo di Saint Non

La successiva tappa dell' Iter Brundisinum è Ruvo:

 Indi giungemmo a Ruvo, stanchi, come chi ha percorso un lungo tratto e reso più difficile dalla pioggia. 


La città rappresenta uno dei centri più ricchi di fascino del territorio barese, a cominciare dalla sua privilegiata posizione geografica: adagiata su una collina a 260 metri sul livello del mare, immersa nel Parco Rurale dell'Alta Murgia, guarda a levante l'Adriatico. Oltre che per le sue pregiate ceramiche apule, Ruvo si distingue per le sue architetture romaniche.


Ruvo Settimana Santa
Processione

Noi consigliamo di visitare la città soprattutto nel periodo pasquale, quando Ruvo si anima della suggestività dei riti della Settimana Santa: le processioni (anche nelle ore notturne), le marce funebri eseguite dalla banda, le lenzuola bianche che scendono dai balconi illuminati, lungo il percorso processionale, in segno di devozione e, infine, la domenica di Pasqua, l'esplosione della "Quarandone", un fantoccio con le sembianze di una vecchia signora vestita di nero, appesa ai crocicchi delle strade fin dal primo giorno di Quaresima, simboleggiante le penitenze quaresimali.


 

Di Bari Orazio ricorda soprattutto la ricchezza di pesce: Il giorno dopo il tempo fu migliore, peggiore la strada, fino alle mura di Bari pescosa. 

Ancora oggi chiunque vada in cerca di osterie, trattorie e ristoranti dove mangiare dell'ottimo pesce, dei primi fatti in casa o qualsiasi altro genere di piatti accompagnati dall'olio e dal vino di questa terra non può trascurare di visitare la città. 
Bari, infatti, vanta una lunga tradizione culinaria, che risale appunto ai tempi di Orazio, il quale ne lodò l'eccezionale pescosità. Il pesce lo si ritrova anche nei documenti medievali, mentre la capacità di coniugare i frutti della terra e del mare viene esaltata nel trattato cinquecentesco Ars coquinaria barensis.      

Proseguendo sulle tracce del viaggio oraziano, ci si imbatte in Egnazia, città sulla costa adriatica, verso Brindisi:
   


[..] poi Egnazia, costruita in ira alle Ninfe, ci offrì motivi di risa e di scherzi, giacchè desiderava convincerci che l'incenso sulla soglia del tempio si consuma senza fiamma.

Egnazia
Scavi di Egnazia

La città, situata fra Capitolo e Savelletri, a circa 20km da Castellana Grotta, fu citata anche da Plinio. Oggi deve la notorietà ai suoi antichissimi scavi costituiti da acropoli, necropoli e tombe messapiche.


Prima di giungere ad Egnazia, però, il viaggiatore moderno non può rinunciare a visitare Castellana Grotte, ridente cittadina pugliese famosa per le sue splendide e suggestive grotte scoperte dallo speleologo Anelli nel 1938, oltre che per il suo antico e interessante centro storico.

Grotte di Castellana

Grotte di Castellana

Per chi desideri viaggiare all'insegna dello slow travel, lungo antiche vie e nuovi itinerari, alla scoperta di pregevoli siti artistici e storici nonchè di notevole interesse naturale e fisico, suggeriamo di soffermarsi a visitare alcuni borghi e paesi della zona, preferibilmente muovendosi a piedi tra le viuzze dei loro centri storici. 

A soli 5km da Castellana Grotte sorge la città di Putignano, famosa per il suo antichissimo carnevale (circa 600 anni) e per la piccola ma affascinante 'grotta del trullo'. La città vanta anche interessanti chiese in stile barocco, site lungo tutto il centro storico.

Alberobello d’inverno
Alberobello innevata

A soli 10km da Castellana Grotte, dirigendosi verso sud, è inevitabile una sosta nell'eccezionale cornice di Alberobello, sito dichiarato patrimonio dell'UNESCO, unico al mondo per la particolarità delle sue tipiche costruzioni, i trulli, che introducono nell'atmosfera di mondi passati. 
E tale suggestione è accentuata ancora di più nei giorni di dicembre e nella prima metà di gennaio, quando la città si mobilita per far rivivere l'atmosfera della nascita di Cristo e nei luoghi più significativi del paese vengono allestite mostre di centinaia di presepi artistici.

 

Proseguendo ancora più a sud, verso Brindisi, in cima ad un colle si staglia nel cielo l'antico borgo della "città bianca", imponente e maestosamente bella, un vero gioiello, con il suo colore bianco, le sue antiche case e le sue chiese dove tutto ricorda il mondo delle fiabe. Si tratta della città di Ostuni, detta anche la "bianca regina degli ulivi".

Ostuni scorcio
Vicolo di Ostuni


Da qui ancora pochi chilometri e si giunge alla città di Brindisi con il mitico porto, che costituiva la porta per l'Oriente. Da qui s'imbarcavano, infatti, le legioni per l'Illiria, la Macedonia e l'Asia Minore; qui sbarcavano anche i precettori chiamati dalle migliori famiglie romane ad istruire i loro figli.

Orazio e i suoi compagni giungono, dunque, alla fine del loro viaggio:

Brindisi pone fine alla lunghezza di carta e di strada.

Ma Brindisi era anche la tappa finale della via Appia, come testimonia la colonna miliare che si suppone sia stata costruita a segnare il suo punto finale.


Colonne di Brindisi
Colonna

Questa colonna romana, situata nel porto di Brindisi, tra i simboli più importanti della città, è ciò che resta delle due colonne romane costruite nel II secolo d.C. Realizzate in marmo proveniente dalla Turchia, oggi solo una è ancora integra, costituita da otto blocchi e alta 18,74 metri. Culmina in un capitello corinzio con foglie di acanto, teste di divinità, ed otto tritoni. La seconda colonna, a testiminianza della quale a Brindisi resta la base con uno dei blocchi, è caduta nel 1528 ed in seguito è stata trasportata in Piazza Santo Oronzo a Lecce.

Tra le ipotesi più accreditate sull'origine di questo monumento è quella secondo cui questa sia un'opera celebrativa realizzata nel 110 circa d.C. dall'imperatore Traiano, costruita in seguito alla deviazione della via Appia nella via Appia-Traiana, da Benevento a Canosa, Ruvo, Egnazia, per terminare infine a Brindisi.



Sicuramente, prima che l'accesso al porto fosse trasferito all'Isola di Sant'Andrea, le due colonne furono utilizzate come faro. Una robusta trave di bronzo, posta tra i due capitelli, sorreggeva un fanale dorato che aveva il compito di segnalare ai naviganti l'ingresso al porto, soprattutto nel corso di tempeste e mare mosso.

Via Egnatia
Cartina del territorio attraversato dalla via Egnatia

Ma se per Orazio la città rappresenta la fine del tragitto, noi potremmo anche proseguire questo viaggio lungo le antiche vie romane oltre l'Adriatico, lungo la via Egnazia che, di là dal mare, proseguiva identica all'Appia, una transbalcanica che partiva dall'odierna Durazzo e attraversava tutta l'Albania su su fino a Salonicco.


Oppure potremmo scegliere di scendere giù, fino all'estremo lembo della penisola salentina, passando per i piccoli borghi e antiche città ricche di storia e bellezze artistiche come Lecce, SoletoGalatina, Otranto.


Campanile del Duomo di Lecce
Campanile del Duomo 
Lecce


Campanile di Soleto
Campanile di Soleto
Galatina, Santa Caterina
Chiesa di Santa Caterina 
Galatina


Otranto, Veduta
Veduta di Otranto

 

E da Otranto, seguendo la strada litoranea che apre a panorami unici e incantevoli scorci paesaggistici, potremmo giungere fino alla Finis Terrae, dove s'incontrano Ionio e Adriatico, a Santa Maria di Leuca.       

Litoranea
Litoranea

 

 

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