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I porti adriatici di Giovanni Adorno (XV sec.)

 

Itinerario curato da Pierangela Izzi


Nel medioevo la Liguria era in una posizione privilegiata rispetto a Gerusalemme, il centro del mondo cristiano dell'epoca. Molti pellegrini venivano ad imbarcarsi a Genova diretti in Terra Santa. Nel 1470
Giovanni Adorno, con suo padre Anselmo, giunse a Genova da dove partì alla volta di Gerusalemme e nel lungo viaggio si imbattè nel Golfo di Venezia que Adriaticum mare apud antiquos vocata reperitur, come scrive nell'Itinerarium Terrae Sanctae. Dell'Adriatico Adorno tocca molti centri, ma la parte dell'itinerario che proponiamo di seguire, sulle tracce del viaggiatore quattrocentesco, riguarda la scoperta della Puglia fere tota provincia in mari sita est (regione quasi interamente protesa nel mare):
 
E' molto estesa e credo che sia la più fertile al mondo per la produzione di olio e di grano. Produce in abbondanza anche dell'eccellente vino, altri frutti ed è ai primi posti per l'allevamento del bestiame e soprattutto dei maiali. Taranto è una città eccellentedi cui un tempo il signore, il principe di Taranto, era più potente di un re.
 E' una regione pianeggiante, dal clima temperato, caldissima d'estate, ma molto gradevole per la presenza di alberi da frutta e di diverse erbe profumate che crescono ovunque nei campi naturalmente senza l'intervento dell'uomo. Il terreno è molto sabbioso e argilloso, ed è per questo che le strade non sono erose dalla pioggia, ma al contrario da essa rese più solide. La Puglia conta un grande numero di città importanti e belle, fortezze e castelli. Lecce è la più grande della regione; dista da Brindisi 24 miglia, ma dieci dal mare. Molti ebrei ci abitano e pagano le tasse.

Lecce, duomo
Lecce, Duomo

piazza di Nardò,L. Ducros
                 Piazza Di Nardò, Ducros

Nardò è una grande città. Otranto sorge su un capo che profondamente si spinge nel mare. Ma ci sono altre città: noi ne abbiamo attraversato soltanto alcune, altre le vedremo in seguito.
 
Suggeriamo una visita alle tessere più preziose che compongono il territorio salentino. Un posto di primo piano spetta ai luoghi della sacralità, le cattedrali e i santuari: Carpignano Salentino: cripta di Santa Cristina della metà del X secolo;

 

Otranto: basilica dell'Annunziata del 1088, con la suggestiva cripta e lo splendido mosaico pavimentale del XII secolo; Squinzano: abbazia di Santa Maria di Cerrate del XI-XII secolo; Galatina: chiesa di Santa Caterina d’Alessandria nella quale si conserva il principale ciclo pittorico tardo gotico dell’intera Puglia; Lecce: basilica di Santa Croce; Galatone: santuario del Crocifisso della Pietà; Nardò: chiesa di San Domenico.
 

otranto
Otranto

 

Anselmo e Giovanni continuano il loro tragitto lungo la costa adriatica ed incontrano Brindisi:
 
la città più antica e più regale, in cui i signori tennero quasi sempre la propria residenza. E’ situata al di sopra del livello del mare in una posizione strategica. I suoi porti sono i migliori, i più belli e i più fortificati di tutta la Puglia e delle regioni vicene: i nostri marinai raccontavano di non aver mai visto niente di simile. Infatti, il porto esterno, destinato alle grandi navi, è molto ampio, protegge le navi dai venti e dalle tempeste. In verità su uno dei suoi lati si trova un grande scoglio, che non lascia passare l'impeto delle acque nel porto. Su di esso si erge la Chiesa di San Cristoforo, dove si trova la colonna che San Cristoforo portò sulle proprie spalle dopo aver attraversato il Canale di Otranto. Per quanto concerne il porto interno, [...], esso accoglie soltanto piccole imbarcazioni.

  Brindisi
Carta di Brindisi

 

Brindisi monumento
Brindisi

 

All'imboccatura si trovano delle imponenti torri che li proteggono.
 
Fuggendo la tempesta, siamo giunti nel porto di Brindisi il 25 novembre, nel giorno della Beata Caterina, le cui preghiere ci hanno concesso la grazia di Dio. [...]

 

 

Brindisi
Veduta di Brindisi

 

Nella zona marittima c'è un castello, sebbene
piccolo, fornito di sette torri, che l'imperatore Federico Barbarossa fece costruire nello stesso periodo in cui una magnifica dimora fu totalmente distrutta. Ed è proprio da quel porto che egli uscì diretto in Terra Santa.
L'interesse del pellegrino, ancora legato al retaggio medievale, si volge naturalmente alle reliquie:
 

 

 

Ci sono nella città molte belle chiese. La Cattedrale con sede arcivescovile piccola, ma bella, è ornata di mosaici persino sul pavimento. In questa è sepolto  corpo di San Teodoro e sono custoditi l’avambraccio di San Giorgio con la mano destra; una delle brocche utilizzate nelle nozze di Cana in Galilea (larga, alta con due grandi impugnature, tutto in pietra naturale dallo splendido colore); e qui si conservano ancora il braccio di San Crispino e il capo di San Marino. Alle spalle di questa chiesa si trovano due colonne di grande perfezione, che dicono siano state fatte erigere da Virgilio, che è morto lì. 
Ancora oggi  è possibile ammirare il vaso di porfidio, conservato nell’Arcivescovado brindisino, che viene indicato come una delle idrie delle nozze di Cana, che la tradizione vuole sia stato portato in città dai Crociati di ritorno dalla Terra Santa.
Gli Adorno visitano i piccoli centri, disseminati nell'immediato retroterra delle coste, come Carovigno:
E' un piccolo borgo, di forma quadrata, situato in basso, fortificato interamente da alte mura, sicché le case non si possono vedere dall'esterno. Conta circa centocinquanta fuochi.  

  

ostuni
Veduta di Ostuni


Come
Ostuni

E' una piccola città, situata su un basso colle tra monti, ben fortificata, possiede una cattedrale  e altri monasteri fuori dalla città alle mura. Non ha l'aspetto di essere circondata da mura, poiché le case sono state costruite sui bastioni. 

monopolii
Monopoli

 
Come Monopoli:

E' una città imponente sul litorale,non ha un proprio porto ma una spiaggia. E’ molto popolata e gli abitanti, che traggono grande profitto dai loro oliveti, sono ricchi. Infatti ci sono boschi di ulivi, che è piacevole attraversare. E' possibile anche altrove, come ad esempio in Siria, vedere boschi di ulivi; tuttavia questi che si estendevano nella pianura a vista d'occhio, ci sono sembrati più floridi e più grandi. La città è ben fortificata. Ma a tre miglia sopra il mare, c'è un castello che domina la città. 


Come Mola :

E' un piccolo borgo, cinto da forti mura, con una piccola cittadella. Le case sono poco numerose. In questo luogo vi sono più donne che uomini: vi sono quatttro donne per ciascun uomo. 

 

mola di Bari
Mola di Bari



I nostri viaggiatori giungono poi a
Bari. Ecco come viene descritta la città:

 
Bari è una città di media grandezza. È fortificata da mura nella parte che guarda verso la terra ferma, e da un castello. È una città di mare, ma non ha porto, ma una spiaggia spianata. Vi sono numerose, belle ed alte chiese, con torri altissime che si vedono da quindici miglia di distanza. La cattedrale  è una chiesa bella e grande con colonne di pietra monolitiche. Sotto il coro vi è una grande cripta con molte piccole colonne; nella cripta riposa il corpo del vescovo Sabino che è venerato come santo. C’è poi la chiesa di San Nicola  che è della stessa forma della cattedrale, ma è più grande. La chiesa ha grandi colonne monolitiche. 

bari,vista
Bari


Anche qui, simile a quella della cattedrale, c’è una cripta  dove è sepolto il corpo del Beato Nicola che vi fa molti miracoli. Il corpo riposa in una cassa di marmo sotto un grande altare della cripta e la parte anteriore di questo altare è d’argento e reca delle immagini; nella parte inferiore, invece, si trova una porticina e, oltre essa, attraverso un'apertura che concede l'accesso al monumento, nel quale è appesa ad una catena d’argento una lampada accesa, si vede il corpo di San Nicola.
 
Dai suoi resti dicono che fluisca un olio santo, o un liquido con il quale si ungono gli occhi e la fronte delle persone nelle grandi festività, proprio come avvenne quando noi vi giungemmo, cioè nel giorno di San Nicola. Intorno al ciborio dell’altare superiore pendono bellissime lampade di argento dorato, cinquanta in tutto fra grandi e piccole, che il re Carlo donò al Beato Nicola.
 
Segnaliamo nella Cattedrale di San Sabino  meravigliosi affreschi databili al XIV secolo e la preziosa icona bizantina della Madonna di Costantinopoli, detta Odegitria.

 

bari veduta
Bari, Veduta aerea  

Giovinazzo
Giovinazzo

Da Giovinazzo (E' un piccolo borgo cinto da mura, ben popolato. Sono dodici miglia da Bari) Anselmo e Giovanni raggiungono  Molfetta: è una cittadina marittima, solidamente fortificata. All'esterno delle sue mura, al di là dell'unica porta si estende un grandissimo castello. Vi è un monastero dei frati minori, di recente costruzione, e uno di San Domenico.
Proponiamo per la singolarità della struttura e per la straordinaria posizione geografica, ai margini del vecchio centro storico, una visita al Duomo di San Corrado,  uno dei monumenti sacri più belli della Puglia, unico esempio di chiesa romanica a tre cupole. Costruito fra la fine del XII e del XIII secolo, è dedicato a San Corrado di Baviera, monaco della famiglia dei duchi di Baviera in una grotta nei pressi di Modugno, dove oggi sorge la Chiesa di Santa Maria della Grotta. La parte absidale richiama la Basilica di San Nicola, mentre le coperture con tre cupole riprendono la tradizione delle chiese benedettine dell’XI secolo.

 

 
Il viaggio continua alla volta di Trani :
Trani è situata sul mare, possiede un porto piacevolissimo per piccole navi, triremi e fuste, che si protende fino all'interno dell'abitato e che ha una sola entrata-uscita fortificata, ricca di torri per assicurare la protezione necessaria. Tutt'intorno al porto ci sono case elegantemente costruite tra le quali si destende una darsena destinata a ricevere le galee e le navi. Nessuna città in Puglia è simile a Trani per gli affari o i commerci. Ci sono in grande quantità edifici belli, alti e adorni di marmo. Nell'aspetto sono splendidi e sontuosi; il più antico è fabbricato in marmo bianco lavorato a punta di diamante. Infatti il centro di ogni pietra è in rilievo e i bordi si abbassano come accade nel castello di Damasco o in molte abitazioni della città di Beyrouth. Queste case hanno finestre con colonne intagliate e scolpite. Abbiamo giudicato quegli edifici molto belli. Numerosi ebrei abitano in questa città, alcuni dei quali in passato si sono convertiti alla nostra fede. I loro discendenti hanno costruito le abitazioni più belle della città. 

 Veduta  del porto di Trani (L. Ducros)
Veduta del Porto di Trani, Ducros

 

 
 
Nel racconto di Anselmo vengono menzionati il Damasci castrum e la Cathedralis che, tra le più celebri della Puglia, dedicata a San Nicola Pellegrino, si innalza bianca dalla riva del mare.


Proseguendo appare poi, dopo Trani, Barletta:
Barletta è più grande della città di Trani. Gli abitanti dicono che questa, dopo Lecce, sia la più estesa della Puglia. Possiede grandi strade, altissime case di ogni forma e bellezza come le case di Trani. Munita di mura e di un castello a quattro torri, è una città marittima, ornata di pregievoli chiese.

Veduta di Trani
Trani



Altra città di mare che colpisce i due pellegrini è 
Manfredonia. Ai piedi della Montagna del sole il Gargano, in fondo al golfo omonimo, sorge Manfredonia, la città fondata dal biondo re Manfredi:
è situata sulla spiaggia, là dove si facevano grandi raccolte di grano, che viene conservato in grandi quantità sotto terra; non ha un vero porto, ma una rada. Tuttavia le navi in esso sono abbastanza sicure per i monti circostanti, che frenano i venti impetuosi. Gli abitanti dispongono di un molo, ovvero di in ponte di preziosissimo marmo, come quello di GEnova, abbastanza lungo per caricare e scaricare le merci nel porto. Lo ha costruito in tempi recenti il Re Manfredi, fondatore della città. Dunque la città è detta Manfredonia dal nome del re e di sua moglie, che si chiamava Ydonia. [...] Sono larghissime le strade. La città è ariosa. [...]
Di notevole importanza, il Castello svevo-angioino  la cui pianta fu disegnata dallo stesso Manfredi che ne avviò i lavori, proseguiti poi da Carlo I d'Angiò, e che oggi, e sede del Museo Archeologico Nazionale;
 

Manfridonia
Carta di Manfredonia

la Basilica Minore di Santa Maria Maggiore di Siponto (sec. XII); l'Abbazia di S. Leonardo in Lama Volara  visitata dai nostri viaggiatori:
E' situata in una bella pianura adibita al pascolo, le cui terre circostanti dipendono dal monastero. E' stato edificato in onore di San Leonardo che fece molti e diversi miracoli, come appare dagli ex voto che pendono nella stessa chiesa che sono stati donati a testimonianza di tutti i miracoli concessi. In particolare vi si vedono gli ex voto recati per primi da colui che fondò ed edificò la chiesa e dai suoi figli che miracolosamente liberati dal carcere realizzarono in quel luogo la detta chiesa. Federico Barbarossa, per le vittorie che i cavalieri della Prussia riportarono valorosamente contro i Saraceni, concesse loro in godimento e in possesso questa abbazia con tutti i teritori, che ancora mantengono e che arricchirono di splendidi edifici. Vi hanno fissa domora sei o sette cavalieri che, con altri frati e sacerdoti, lì risiedono, trascorrono cantando devotamente le sette ore canoniche. Lì anche mio padre fu da loro accolto con grande considerazione (sec. XII); la chiesa di S. Domenico con annesso monastero (attuale sede municipale); la chiesa Cattedrale, dedicata a S. Lorenzo Majorano, vescovo di Siponto (488-545), dove sono custodite pregevolissime opere d'arte: l'icona della Madonna di Siponto (sec. XII); la statua lignea della Sipontina (VI sec.), il Crocifisso ligneo (XIII sec.) ed il Cristo alla colonna (XVI sec. ).


La ridente cittadina daunia, che si estende lungo la fascia costiera, confina a Nord con il territorio di Monte Sant'Angelo
detto Gargano, dista da Manfredonia tra miglia, e per salire fino in cima bisogna comunque percorrerne altre tre. Produce in abbondanza grande varietà di frutti. Vi crescono anche molte erbe profumate: rosmarini, salvia ed altre di questo tipo, che presso di noi richiedono un'accurata opera di coltivazione, mentre su quel monte germogliano naturalmente ovvero senza l'intervento dell'uomo. Sulla sua sommità c'è una piccola città con castello cinta di mura, in parte caduta in rovina. In essa si trova, in particolare, una chiesa, sulla sommità del monte, mirabile e stupenda. Vi si accede scendendo 64 gradini. Il suo ingresso è bello. Il coro di questa chiesa è una caverna naturale, o spelonca, larga e grande, in cui ci sono molti altari e cappelle [...] Nella sommità del coro, sopra la caverna, è collocato nientemeno che un bosco bellissimo di grandi e grossi alberi, che abbiamo lungamente ammirato. Da questo ameno bosco, che occupa la cima del monte, si scorge tutto il paesaggio meraviglioso e il mar Adriatico.
Anselmo e Giovanni visitano anche Foggia allora un piccolo borgo a sud del Gargano (promontorio che proponiamo di seguire lungo l'intera costa, fino a Rodi Garganico):


Foggia, Veduta della villa
Foggia


è un piccolo borgo situato in una valle o in una pianura adibita a pascolo, che noi consideriamo la più grande che abbiamo mai visto. 
In questa pianura vivono animali e volatili selvatici in grandissima quantità. Anche il re di Napoli era solito spesso risiedere in estate a Foggia per cacciare e catturare uccelli, per la qual cosa edificò nello stesso un nuovo palazzo. 
Il nome della città trae origine da "Fovea" letteralmente "fossa", ad indicare le cisterne in cui si conservava il grano, ancora oggi principale prodotto di esportazione.
Di particolare interesse la cattedrale, costruita nel 1172 da Guglielmo il buono, rimaneggiata nel '600, danneggiata gravemente dal terremoto del 1731, è situata nel centro storico. Federico II vi apportò sostanziali modifiche, visibili soprattutto all'esterno nella decorazione scultorea del cornicione, nel portale laterale di San Martino e nei bei capitelli che ornano le colonne della cripta del '200, sorta probabilmente in memoria della vecchia Chiesa di Santa Maria de Fovea (sec. XI) , voluta da Roberto il Guiscardo. 

foggia
Foggia

L'interno è in stile barocco; nel transetto, due cappelle: una custodisce un bellissimo crocifisso ligneo del XVII secolo, l'altra l'Iconavetere della Madonna dei Sette Veli. La leggenda narra che il quadro fu ritrovato nel 1062 in un pantano da alcuni mandriani attratti da tre fiammelle, che si sollevavano dall'acqua. L'immagine è di origine bizantina; per proteggerla venne ricoperta da sette veli sacri e il 24 maggio del 1782 fu incoronata.
 
La Cattedrale è una bella chiesa, ma dalle piccole dimensioni. Il muro, che separa il coro dalla navata della chiesa è ricoperto da un mosaico come nella cattedrale di Pisa. La porta della chiesa è in bronzo, decoratissima di pitture e di sculture. Questa città ha una fortezza. La città è collocata su una collina presso i monti che separano la provincia pugliese dall'Abruzzo e dalla Terra di Lavoro. In questa città, nella parte in cui si trova il castello, ci sono valli bellissime nelle quali è stata combattuta la guerra tra il re Ferdinando di Napoli e il duca di Giovanni di Calabria.


Ma la chiesa che lega la sua storia alla nascita della città è quella di San Tommaso, monumento di grande interesse storico-artistico, sorto sulla cappella rurale che conservò per prima l'Iconavetere della Madonna, nel luogo leggendario della "Taverna del gufo", dove trovavano ristoro i viandanti in transito. Un altro elemento che conferisce unità alla geografia religiosa della Capitanata e che ha contribuito alla configurazione di un sistema santuariale così complesso e organico è costituito dai santi pellegrini che hanno percorso le sue vie lasciando in queste contrade segni indelebili. Anche la storia dei santi Guglielmo e Pellegrino, i santi patroni di Foggia, s'inserisce in questo andare e venire frenetico di romei e di eserciti. Guglielmo e suo figlio Pellegrino, di famiglia occidentale trapiantata in Siria con le Crociate, verso la metà del sec. XII sbarcarono, dalla natia Antiochia, a Brindisi decisi a percorrere le stesse vie devote che furono dei loro antenati. Strada facendo pregavano e benedicevano, vivevano di elemosine e servivano gli ammalati negli ospedali. Così arrivarono al Santuario di san Michele a Monte Sant'Angelo. Si stabilirono poi a Foggia, morirono insieme, come avevano desiderato, nell'abbraccio di Dio e furono venerati come santi patroni di Foggia. Essi portavano nelle loro mani delle palme di dattero, che ogni anno riverdivano. Oggi i loro corpi vengono considerati reliquie.

Al termine del loro percorso di pellegrinaggio, in cui per un tratto li abbiamo accompagnati, Anselmo e Giovanni concludono:
Dopo aver visitato molte regioni e molti luoghi e ammirato diversi costumi e usanze, abbiamo constatato che dovunque il mondo è fallace, pieno di adescatrici e di sciocchi, niente vi è di eterno e duraturo, ma ogni cosa vi è labile. Tutto al mondo subisce mutamenti e svanisce col tempo.   

Il viaggiatore d'oggi, figlio di un tempo più incline a valutare il valore della vita, porterà invece con sè il ricordo di un'esperienza irripetibile, dell'aver guardato il mondo con gli occhi di due pellegrini di centinaia d'anni fa e dell'aver rivissuto il loro viaggio, che anch'esso non è stato labile, se ancora oggi qualcuno ne ripercorre le antiche strade sulle tracce di un inchiostro sbiadito, cominciando a cercarle fra gli scaffali di una biblioteca digitale.

 

 

  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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