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Marigliano

 

La storia 

Il contado di Marigliano, insieme al ducato di Ariano, era stato donato a Ferranta Gonzaga direttamente da Carlo V. La storia di questa cittadina, che nel 1500 era un agglomerato urbano, è quindi strettamente connessa alle vicende del casato Spagnolo. A Ferrante successe il figlio Cesare che il 6 settembre 1566 vendette Marigliano alla famiglia Carafa. 
Dopo una serie di vicende, la contea fu ceduta alla famiglia Mastrilli che esercitò il suo dominio sul territorio per ben centocinquanta anni.
Il due agosto 1806 Giuseppe Bonaparte dichiarò estinta definitivamente la feudalità e Marigliano divenne libero Comune.


STEMMA MASTRILLI MARIGLIANO

 

Il due aprile del 1896 il Re Umberto I ed il Presidente del Consiglio Francesco Crispi firmarono il decreto con cui si concedeva a Marigliano il titolo di città. 

Nella storia più recente vale la pena menzionare un episodio passato alla memoria come "la rivolta delle patate" e che ebbe risonanza nazionale: lunedì otto giugno 1959, dalle prime ore del mattino, fermentavano tensioni nella piazza mercatale man mano che si diffondeva la notizia del mancato collocamento delle patate, prodotte dai contadini di Marigliano nelle loro terre adiacenti al paese, sul mercato nazionale ed estero, con i conseguenti seri rischi per i produttori. Circa duemila contadini manifestavano pacificamente fino a quando la situazione non precipitò fino a sfociare in tafferugli e nell'assalto alla sede del Comune. L'ordine fu ristabilito solo molti giorni dopo.



La città 

 

REPERTI MARIGLIANO


Ancora oggi Marigliano è collegata a Napoli da un brevissimo rettilineo. In un passato non molto lontano il piccolo centro storico, che conserva ancora il suo impianto di castrum militare, era un cuore pulsante di vita sociale, e di economia vista la presenza di piccole ma operative  attività commerciali. Oggi il centro storico di Marigliano andrebbe rivalutato, i vicoli "bassi", con le piccole botteghe rimaste in vita, i palazzi nobili antichi, conservano un fascino indiscutibile.


Attualmente l'edificio è sede delle Suore Vincenziane cui venne venduto dai discendenti della famiglia Mastrilli; è opportuno segnalare anche il parco adiacente il palazzo poiché in esso si rinvengono ancora le tracce del disegno della sistemazione settecentescapaesaggistiche dell'epoca con viale e fontane di stile neoclassico. Importante e suggestivo è anche il cinquecentesco complesso monastico di San Vito i cui altari sono decorati da un ciclo di tele seicentesche di grande pregio. che dovette essere eseguita secondo le più raffinate teorie

 

 

Eventi, tradizioni e cultura 

Il giorno successivo alla celebrazione della festa della Vergine Assunta, a Marigliano i festeggiamenti proseguono in onore di San Rocco e la sera del 16 agosto per le strade del centro storico, tra i fedeli devoti, la statua del Santo viene portata in spalla in processione. La memoria storica di quel giorno ricorda la peste del 1656, anno in cui buona parte delle città del napoletano furono devastate dal nefasto morbo. Sebbene alcuni storici trascurino di dare il dettaglio numerico dei deceduti a Marigliano per la peste, consultando i registri parrocchiali dei morti  relativamente al mese di luglio di quell’anno, ci si imbatte in un numero tristemente elevato di decessi. In quella sola estate ci furono più di centocinquanta morti soltanto a Marigliano. 

SAN ROCCO MARIGLIANO                                            SANTI MARIGLIANO

        
Il successo straordinario del culto di San Rocco, santo laico della Linguadoca francese vissuto nel XIV secolo, raggiunse il suo apice proprio negli anni in cui la peste infuriava per l’Europa poichè la sua figura venne emblematicamente legata agli appestati e alla loro guarigione per Sua intercessione. Per quanto riguarda Marigliano, un antico documento del 21 maggio 1572,  testimonia che a Marigliano, già a quell’epoca, esisteva una Cappella dedicata a San Rocco commissionata da una tale Signora Francesca Sabatini. E’ a questo stesso periodo che risalgono pure le due attuali statue policrome di San Rocco e San Vito, oggi conservate nella loro Cappella in Collegiata.

 

 Esiste, però, un particolare evento, riportato dalla tradizione popolare e legato alla Peste del 1656: Marigliano, che già venerava nella sua chiesa il santo di Montpellier (tant’è che ne possedeva già un simulacro), fiaccata e provata dall’epidemia, decise di rivolgersi al Santo e chiedergli intercessione. Si tramanda che mancassero tutti i preti, anche a causa della decimazione per l'epidemia, allora il popolo, pur senza pastori spirituali, organizzò una processione penitenziale in onore del Santo, passando per le mura della città e, in particolare, per quella che oggi è via Dietro le Mura ove era ubicato un antico lazzaretto. Fu così che il Santo ottenne a Marigliano la liberazione dalla grave calamità. In quella circostanza San Rocco fu scelto come compatrono associato a San Sebastiano e San Vito.
 

 

 

 

 

 

 

 


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