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Barletta. Il porto dei Crociati

La storia
 
Il nome di Barletta deriva da Barduli, toponimo che trae origine dalla base prelatina bard-, fango. Reperti del IV sec. a.C. indicano l'esistenza di un centro precedente all'età romana. Ma solo con i Normanni Barletta divenne un centro importante, una tappa per i Crociati e per tutto il traffico verso la Terra Santa.  Sul portale di sinistra della facciata della cattedrale romanica, tra due altorilievi rappresentanti l'arcangelo Gabriele e l'annunciazione, si può ancora osservare una lapide votiva latina, che reca il nome di Riccardo,  forse da identificare in  Riccardo Cuor di Leone, passato probabilmente di qui al tempo della seconda crociata.

Nel Duecento la città ospitò il Patriarca Rondolfo, fuggito da Gerusalemme. Nel 1228 Federico II, prima di partire per la Crociata, vi radunò il parlamento dei baroni.
Sotto gli Angioini, nel XIV e nel XV sec., Barletta conobbe il suo periodo di massimo splendore grazie ai commerci con l'Oriente e alla costituzione di una potente flotta mercantile. Il 4 febbraio 1459 vi fu incoronato Ferdinando I d'Aragona.

 

 

Ferdinando D’Aragona

 
Copertina di M. d’Azeglio, Ettore Fieramosca
Nella prima metà del Cinquecento, durante le guerre tra Francesi e Spagnoli, vi ebbe luogo la celebre disfida (13 febbraio 1503) fra 13 cavalieri italiani (al servizio degli Spagnoli) guidati da Ettore Fieramosca e 13 francesi comandati dal capitano Guy de La Motte, disfida resa celebre dal romanzo ottocentesco di Massimo d'Azeglio. A tutto ciò è legata l'istituzione recente di un parco letterario di notevole interesse turistico (www.disfidadibarletta.net). 
 
La città
 
Assai diversa dal centro spopolato, dal luogo addormentato che apparve a Von Riedesel,  Barletta  è oggi una città vitale e operosa, un punto di riferimento per molti dei comuni circostanti; è uno dei comuni capofila del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino e sarà presto capoluogo di provincia con Andria e Trani.
 
Si distingue per la consistente produzione agricola e industriale, soprattutto nel settore calzaturiero (con ottime possibilità di acquisti nei negozi cittadini) e manifatturiero, per la notevole importanza commerciale del suo porto e per la tante iniziative culturali di cui si fa promotrice. Un mercato dell’antiquariato costituisce un motivo di attrazione artistico-economica.
 
 
E tuttavia il centro storico della città, sostanzialmente intatto, sollecita le stesse impressioni suscitate nei viaggiatori settecenteschi.
Il porto di Barletta
Il "quartiere della marineria" con le belle chiese, i palazzi e gli imponenti monumenti, conserva suggestivamente l'aspetto medievale data la mancanza di costruzioni moderne.
Il Duomo, già citato per l'iscrizione latina di Riccardo, è uno dei più nobili esemplari dello stile romanico pugliese, in cui si innestano successivi elementi gotici, specie nell'abside e nelle campate. Sono da notare soprattutto il campanile e l'altare maggiore, sormontato da un elegate ciborio. Una recente campagna di scavi ha rilevato diverse stratificazioni nel sottosuolo, fino a risalire alle tombe di un primitivo insedimanento dauno-romano. Alla profondità di m.2,50 riapetto all'attuale pavimento, la preesistente chiesa paleocristiana mostra, nell'articolazione degli spazi, l'appartenenza a un modello di origine bizantina e di comune diffusione adriaticsa italo-balcanico-ellenica. 
 
Imponente è il castello svevo di Barletta, costruito da Federico II su una preesistente Rocca normanna e, successivamente, ampliato da Carlo I d'Angiò.
Ma a caratterizzare Barletta è il cosiddetto Colosso Eraclio, una delle sculture in bronzo fra le più maestose pervenuteci dal mondo antico. L'identificazione iconografica è incerta (Valentiniano I o Marciano?) come è incerta la sua provenienza. Si credeva, infatti, che la statua fosse stata trasportata dal vicino Oriente, forse da Bisanzio, ma oggi sembra prevalere la tesi della sua originaria appartenenza alla città di Canosa, dove si ergevano altri colossi di bronzo ormai scomparsi.
L.Ducros. Statua di Eraclio nella piazza di Barletta
L.Ducros. Interno della locanda a Barletta
Ducros, l’autore dell’acquerello riprodotto raffigurante la statua, ha lasciato un’altra immagine, assai più familiare e quotidiana della città, quella di una locanda, un disegno a matita nera, con acquerellatura grigia, che qui si riporta.
Tra gli altri si possono ammirare anche l'ornato portale della Chiesa di Sant'Andrea con sculture di Simone da Siracusa (sec. XII) e il Palazzo della Marra col grandioso portale cui è sovrapposto un balcone fastoso: è questo un magnifico esemplare di mescolanza di epoche e di stili, dal romanico al barocco.  
 
Eventi, tradizioni e cultura
 
A Barletta si svolgono, durante l’intero corso dell’anno, diversi eventi di notevole spessore culturale e retaggio storico. In particolare il Teatro Comunale  offre sempre una vasta gamma di scelte, di alto livello artistico, e la Biblioteca Comunale, suggestivamente ospitata all’interno del castello, accoglie diversi  testi e riviste, moderne e del passato, oltre a foto, periodici e illustrazioni dal sapore antico. 
 
Ogni anno, inoltre, la città offre un vasto programma di eventi e manifestazioni musicali, teatrali e culturali; a luglio, i cittadini  rivivono la famosa Disfida con una suggestiva manifestazione legata al Certame Cavalleresco; tra sfarzosi costumi, splendide corazze, elmi, cimieri e gualdrappe, si realizza una suggestiva successione di quadri viventi, resi con fedeltà e realismo impressionanti.
 
Di grande interesse è il Busto di Federico II che si conserva sempre nel Museo Civico. La scultura si direbbe opera di un artista d'Oltralpe per lo spirito gotico impresso nel ritratto, pur nel paludamento classico che riveste l'imperatore. Nello stesso Museo si possono ammirare le raccolte di miniature, di ori etruschi e di mobili antichi della "Donazione Cafiero", proveniente da una  famiglia della locale nobiltà,  dipinti dei sec. XIV, XV e XVIII, e una ricca e interessante collezione di ceramiche italiote. 

Interessante, come spesso possono esserlo i musei di provincia, è il Museo Civico, dove è possibile ammirare la più vasta raccolta di dipinti di GIUSEPPE DE NITTIS (1846-1884), il  pittore di Barletta della seconda metà dell'Ottocento, autorevole rappresentante della corrente degli impressionisti. De Nittis affidò la sua fama specialmente agli squisiti ed eleganti ritratti di Parigine, ma non meno belli e suggestivi sono i suoi "paesaggi", in cui spesso tornava, con struggente amore, alla sua terra ("Strada campestre lungo l'Ofanto", "Paesaggio sotto il sole", "Fiume", "Contadini", "Strada da Brindisi a Barletta"). 
De Nittis, Déjeuner au jardin,  Museo Pinacoteca comunale di Barletta
Incisione di Des Prèz, in Voyage pittoresque dell'Abate di Saint Non
Ancora si segnala, per la sua particolarità, il museo interno alla basilica del Santo Sepolcro. Dietro il colosso Eraclio  si profilano le arcate della chiesa con l'annesso monastero, un tempo fuori delle mura, come documenta l'incisione riprodotta dal Voyage pittoresque dell'Abate di Saint Non. L'edificio, originariamente romanico, ricco di preziosi dipinti bizantini, possiede tra l'altro una reliquia  della Santa Croce, che vi portò Rondolfo nella sua fuga da Gerusalemme. Sede dei Canonici del Santo Sepolcro, appartenne poi al priorato dell'Ordine di Malta, originario della Terra Santa, come i cavalieri templari  di cui incorporò gran parte dei beni  all'inizio del XIV secolo. 

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