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Basilica di San Nicola a Bari

I lavori per la realizzazione della grande Basilica di S. Nicola iniziarono qualche mese dopo l’arrivo delle spoglie del Santo a Bari nel 1087. La struttura sorge sul sito un tempo probabilmente occupato dal “Castellum Graecorum”, il Castro Pretorio dei catapani bizantini. L’area fu abbandonata dopo la conquista normanna e recuperata proprio in occasione della costruzione della chiesa. Il Pretorio, secondo una epigrafe bizantina del 1011, conteneva un recinto fortificato con portici e caserme, la residenza del funzionario bizantino e diverse chiese.
Nel 1089 fu completata la cripta e, tra alterne vicende, la basilica fu definitivamente terminata e consacrata nel 1167. La struttura, possente come un fortilizio, è a pianta a croce latina, con bracci del transetto contratti, divisa in tre navate da imponenti file di colonne. Dotata all’interno di matronei, è caratterizzata dalla grande eleganza della facciata, affiancata da due torri incomplete preesistenti, e dalle raffinate decorazioni dei sette portali. Il portale principale, alla cui sommità è posizionata una sfinge, è sormontato da un protiro su colonne poggianti sul dorso dei buoi.
Molti elementi inseriti nella struttura sono materiali di reimpiego, databili tra il III e VI sec.
All’interno si possono ammirare: la Cattedra dell’Abate Elia, capolavoro di scultura del 1100, il ciborio a baldacchino del XII secolo ispirato a modelli romani, il Mausoleo funerario della Regina di Bona Sforza, Duchessa di Bari e Regina di Polonia (m. 1557) fatto erigere dalla figlia Anna nel 1589.
Nel braccio destro del transetto è collocata una icona lignea di scuola cretese del XV secolo, nel braccio sinistro una tavola dipinta da Bartolomeo Vivarini nel 1476.
E ancora l’altare d’argento, realizzato da orefici napoletani nel ‘700 e il soffitto della Basilica realizzato da Carlo Rosa nella 2^ metà del ‘700.
 
A Mira si narrava che dall’urna di S.Nicola, subito dopo la sua morte, fosse uscito un liquido dai poteri straordinari chiamato myron.  Il primo a parlare della "manna" di San Nicola è Giovanni di Amalfi nel 950 circa; si dice che al momento dell'apertura del sarcofago, il giovane Matteo, uno dei sessantadue marinai della spedizione barese alla ricerca delle ossa del santo, immerse le mani nel liquido.
I Baresi, nel corso del tempo custodisco la manna in bottiglie dipinte con l'immagine di San Nicola: ancora oggi il liquido viene recuperato dal sepolcro del Santo Patrono.

Orario feriale: 6.45; 16.00; Orario festivo: 6.45; 16.00

Orario feriale: 12.45; 19:00; Orario festivo: 13.45; 19:45

080 5737111


 

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