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Chiesa Cripta di Santa Maria della Favana (Veglie)

La chiesa cripta di Santa Maria della Favana deve il suo nome alla tradizione secondo la quale i contadini si recavano nel vicino convento di S. Maria della Favana dei Frati Minori Conventuali per domandare grazie contro "il male della fava" (attuale malattia del favismo). Di questa tradizione si hanno notizie risalenti al XVI secolo. La Cripta tuttavia, è precedente alla costituzione di tale convento in quanto risale al IX–XI secolo.
L’architettura della chiesa-cripta ricorda tipologie bizantine, tuttavia si esclude essa fosse legata ad una comunità rurale che la utilizzava esclusivamente a scopo devozionale, e non come afferma qualche autore, ad un insediamento monastico eremitico. Ciò è confermato anche dall’iconografia degli affreschi, che pongono la cripta come una sorta di passaggio tra Oriente ed Occidente.
Vi si accede lateralmente attraverso un dròmos in cui è stata ricavata una scala di tredici scalini; ha un'unica navata con una piccola abside orientata, rivolta ad «Oriente, luogo della luce nascente in contrapposizione all'Occidente, luogo delle tenebre».
Immediatamente a sinistra, nelle adiacenze dell’ingresso, c'è un pastophòrion, adibito alle cerimonie preparatorie delle funzioni religiose.
Nell'abside vi è addossato un altare di recente fattura, a destra del quale, sotto l'immagine di San Francesco, si nota una nicchia che serviva probabilmente da diakonicòn, cioè deposito dei sacri arredi. Oltre alla famosa immagine della Vergine con il Bambino, notevoli sono anche gli affreschi di Santo Stefano, Sant’Antonio da Padova, San Michele Arcangelo, SS Trinità, San Francesco d’Assisi, San Antonio Abate, Sant’Andrea apostolo, San Pietro e Paolo.  


 

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