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Chiesa della Purità (Gallipoli)

La chiesa è situata di fronte al piazzale omonimo, nel punto dove la strada si allarga. Un tempo c'era una torre alla cui base si trova ancora oggi la spiaggia della Purità. La chiesa della madonna della Purità è stata edificata tra il 1662 ed il 1665 secondo quanto stabilito dal Mons Montoya.
Buona parte delle chiese gallipoline sorsero o furono adattate come oratori o confraternite; queste erano associazioni professionali aventi principalmente scopi religiosi o assistenziali, che aggregavano le varie categorie di cittadini e si davanoo regole ed ordinamenti che prevedevano periodiche riunioni, elezioni di cariche sociali, iniziative di pietà, gestione del patrimonio sociale, committenze di opere d’arte delle quali si conservano concrete testimonianze all’interno degli oratori. A questa chiesa fa riferimento la congregazione della SS Purità alla quale si affiliavano tutti gli scaricatori di porto chiatati bastasi (o anche vastasi). Si ricordano alcune importanti congregazioni alle quali corrispondono delle chiese: nobili, proprietari, pescatori e contadini, bottai, commercianti, muratori, sarti,  calzolai e falegnami. Queste associazioni sono ancora attive anche se organizzate secondo divisioni sociali differenti.
 
La chiesa è interamente rivestita di piastrelle e maioliche che raffigurano la Vergine della Purità, S.Francesco d'Assisi e Giuseppe Patriarca. Lungo le pareti della  navata centrale si possono ammirare i lignei stalli che raffigurano episodi biblici come quello di Mosè che divide le acque, Davide e Golia, Giaele e Sisara, immagini degli Evangelisti, dei Profeti Geremia, Ezechiele e Isaia.  All'interno di questa Chiesa si trova la statua in cartapesta di S. Cristina che risale al 1867. La chiesa riporta l’intervento decorativo di vari artisti locali e maestranze che resero questo oratorio confraternale insieme alla stessa cattedrale un tipico esempio di Barocco gallipolino, questo si distingue dal Barocco leccese per l’utilizzo di materiali diversi dalla pietra leccese: dipinti su maioliche, intagli in legno. Sull’altare campeggia il dipinto del pittore napoletano Luca Giordano.


 

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