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Galatina

La storia

Galatina, amena città (fu elevata al rango di civitas il 20 luglio 1793, con decreto di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli) situata nel cuore del Salento, ha origini greche. La sua storia è documentata fin dal 1178; sappiamo per certo che Galatina nel 1200 era un importante centro di cultura, lingua e culto greci, anche se, allo stesso tempo, le funzioni religiose venivano celebrate anche secondo il rito latino, diffusosi in Terra d'Otranto ad opera dei Normanni, presenti nel Salento già dai primi anni dell'XI secolo.   
Le chiavi pontificie sullo stemma di Galatina attestano la designazione della città, da parte di papa Urbano VI, quale centro promotore della latinità nel Salento, nell'intento di contrastare la cultura greca e i riti bizantini dominanti (mentre la civetta è un simbolo che ricollega la città alla sua origine di colonia greca dedicata a Minerva). 

Stemma 
Chiesa di Santa Caterina, incisione di Sonzogno, Milano, 1898

Secondo la tradizione locale, il Cristianesimo fu qui introdotto dall'Apostolo Pietro in viaggio da Antiochia verso Roma; in ricordo di questo evento la città fu chiamata per secoli "San Pietro in Galatina" (solo con l'Unità d'Italia le fu dato il suo nome originario di Galatina).
San Pietro in Galatina era uno dei feudi della Contea di Soleto che, caduta la dinastia normanna e sveva, fu assegnata da Carlo I D’Angiò ad Ugo del Balzo, cui succedette il figlio Raimondo. Da questi passò al nipote Nicolò Orsini e, quindi, al suo secondogenito Raimondello. Durante il periodo orsiniano Galatina si estese territorialmente, tanto da essere cinta nel 1355 da nuove mura (le prime erano del 1334). Il periodo di maggiore splendore si registrò proprio sotto Raimondello Orsini Del Balzo, il quale nel 1391, per i servigi resi al Papa Urbano VI in difesa della fede, ottenne il permesso per la costruzione della Chiesa di S. Caterina d'Alessandria (per esser tornato vittorioso dalla Terrasanta con una reliquia della Santa) con l’annesso convento e ospedale.

 
 

Agli Orsini Del Balzo succedettero i Castriota Scanderberg che con la loro politica portarono ad un impoverimento economico della città, mentre invece, nel palazzo ducale da loro costruito e tuttora esistente, fiorì una vita di corte elegante e ricca culturalmente da non avere eguali in Puglia, per quel periodo. Ai Castriota succedettero i Sanseverino, gli Spinola e i Gallarati-Scotti di Milano, tutti presenti per brevi periodi.

La vita seicentesca e settecentesca a Galatina era quella di una città tranquilla e non segnata da particolari presenze e attività culturali. Con il periodo francese la gestione borghese portò all’annessione di diversi feudi. La trasformazione della ricchezza, da privata in pubblica, diventò idea sociale solo con l’avvento di Garibaldi e con l’aiuto di una borghesia illuminata e liberale.
Il resto è storia attuale.



La città

Torre dell'orologio di Galatina

Il Centro storico di Galatina può essere definito un “Museo all’aperto”, per la presenza di numerose testimonianze artistiche. All’interno il borgo antico offre splendidi scorci di palazzi barocchi, fra corti e vicoli che si alternano a larghe strade dotate ancora dell’originario basolato dal fascino indescrivibile. E poi chiese e cappelle, conventi e monasteri costruiti, dentro e fuori le mura, dalla fine del Quattrocento via via fino al Settecento.

 Palazzo

Di notevole importanza è la maestosa chiesa dei S.S. Pietro e Paolo che, con la sua monumentale facciata barocca, si erge sull’omonima piazza ed offre uno spettacolo d’incomparabile scenografia. Eretta nel 1335, riedificata ex novo nel 1633 e terminata nel 1770, questa chiesa conserva in una cappella laterale un masso calcareo dove, secondo la tradizione, sedette San Pietro per riposarsi prima di giungere in città. Dalla contrada San Vito, dove si trovava, fu fatta trasferire qui nel 1670 dall’allora arcivescovo di Otranto, il quale aveva scelto Galatina come sua residenza abituale, incrementandone lo sviluppo culturale e sociale. All’interno della chiesa e della sacrestia sono conservate numerose e preziose tele di epoche diverse. Di considerevole importanza sono gli affreschi della volta della chiesa, gli altari in marmo e l'antico cappellone del Sacramento.

 Facciata

Pietra

S. Caterina

Una menzione speciale merita la Chiesa di S. Caterina d'Alessandria, di rito latino, affrescata da maestranze di scuola veneta e toscana: oggi Monumento Nazionale, è uno dei pochi esempi di architettura gotica del Salento. 
   Ha la facciata tricuspidale, in stile romanico pugliese, con un ampio rosone in pietra e portali finemente scolpiti. La Basilica di Galatina, per la vastità dei cicli pittorici, è seconda solo alla Basilica di San Francesco d'Assisi. L'interno maestoso, con le sue cinque navate, è tutto una pinacoteca: pareti, volte, pilastri, sono ricoperti da preziosi affreschi. Per la vastità dei cicli pittorici di tali affreschi, la Basilica galatinese è seconda solo alla Basilica di San Francesco d'Assisi.
   Nel 1992 è stata dichiarata Basilica Minore Pontificia.


Intorno al '500 risalgono le porte e le mura che circondavano il suggestivo borgo di Galatina. Fino alla prima metà dell'Ottocento erano in uso cinque porte d'accesso alla città; ancora oggi se ne conserva traccia di tre (Porta Luce, Porta Nuova detta Porta San Pietro e Porta Cappuccini).

 Porta

 Villa

Il cuore della città comprende l’ampia piazza antistante la Chiesa Madre (Piazza San Pietro), che è la piazza principale del paese, la cosiddetta Villa, luogo di passeggio dei galatinesi, e “La Pupa”   con la sua “Lampada senza luce”, statua bronzea del periodo fascista, opera dello scultore Gaetano Martinez, esposta alla biennale veneziana del 1936. 
 
 

Nel territorio di Galatina, a 10 km dalla città, si trova l’Aeroporto Militare “Fortunato Cesari”, dove, dal 1957 è attiva anche la scuola di volo per piloti. L’aeroporto è aperto solo al traffico militare ed ospita il 61° Stormo e il 10° Reparto Manutenzione Velivoli dell’ Aeronautica Militare Italiana.

L’economia si basa in prevalenza sull’agricoltura e sul commercio dei prodotti della terra, anche se non mancano le industrie di materiali per costruzioni (cemento, piastrelle, mattoni forati).   

 La terra di Galatina, terra rossa, è molto fertile ed una segnalazione speciale merita la coltivazione della tipica patata novella sieglinde da esportazione.

 Anche le sue tre frazioni (Noha, Collemeto e Santa Barbara) sono importanti località per la produzione agricola.

 Fama internazionale hanno raggiunto i vini di questa terra; ne ricordiamo solo alcuni: Negramaro, Malvasia e Chardonnay.

 A Galatina si parla è il dialetto salentino, carico, però, di svariate influenze dovute alla presenza sul territorio, in tempi passati, di numerose popolazioni.

  



Eventi, tradizioni e cultura

La Taranta


A pochi passi dalla Chiesa Madre vi è la piccola chiesa di San Paolo dove, fino a qualche decennio addietro, nei giorni dei festeggiamenti dei Santi Pietro e Paolo, Santi Patroni di Galatina, si recavano le tarantate, tra scene di isteria generale. 
Secondo la tradizione, dal pozzo interno alla chiesa, attualmente murato per motivi igienici, sgorgava dell'acqua che aveva il potere di guarire coloro che venivano morse dalle tarantole. Pare, infatti, che, solo dopo aver bevuto l'acqua miracolosa e, in seguito a rituali magico-arcaici, dopo aver vomitato nel pozzo, la grazia si poteva considerare ottenuta. Ogni anno, però, il 28 e 29 giugno, ritornavano per rinnovare la grazia.
 Ora questo fenomeno è del tutto scomparso, ma è in crescendo l'interesse da parte degli studiosi per i suoi innumerevoli aspetti storici, psicologici, antropologici, coreutico-musicali, ecc...

 
In concomitanza con i festeggiamenti in onore dei Santi Protettori, presso il Quartiere Fieristico, si svolge anche la Fiera Campionaria, importante vetrina espositiva per il commercio, l’industria e l’artigianato, soprattutto locale, aperta per la prima volta nel 1949.
 
Galatina è conosciuta, inoltre, per i suoi dolci, come il pasticciotto, gli africani e i dolci a base di pasta di mandorla.

 
Rinomato è pure il suo pane e gustosissime sono le pucce, con o senza ulive nere, e le inimitabili friselle.
 pasticciotto

friselle
 
 





 

 
 
 

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