Isernia
La storia
Isernia vanta origini antichissime: le prime tracce risalgono a un insediamento paleolitico, circa 700.000 anni fa. La radice del suo nome deriva dal termine aeser che vuol dire acqua, elemento importante per l’insediamento urbano, collocato sul dorsale che separa due corsi d’acqua, il Gianocanense e il Gioviale oggi volgarmente chiamati Carpino e Sordo.
Nel 263 a.C., Roma, fondò a Isernia una colonia latina. Con la caduta dell’impero romano Isernia venne distrutta nel 456 dai barbari e, nel IX secolo, subì le incursioni saracene. Successivamente fu dominata dai normanni e dagli svevi. Nel secolo XIII ad Isernia nacquero personaggi che svolsero un ruolo di primo piano sulla scena italiana ed europea, quali papa Celestino V e il giureconsulto Andrea D’Isernia. La città passo dalle mani degli Angiò, a quelle dei Durazzo e di altre famiglie nobili, in seguito dagli Aragonesi a Diego D’Avalos il quale, nel 1698, vendette la città alla famiglia Costanzo. |
La città La città di Isernia ricopre un ruolo fondamentale nella storia, nella cultura e nelle tradizioni del Molise, protagonista di vicende millenarie testimoniate dai monumenti che tutt’oggi conserva. Le antichissime origini sono documentate dagli scavi archeologici, che provano una storia millenaria. Il centro storico si estende ai lati di una strada principale, Corso Marcelli, che un tempo era l’asse viario della colonia romana di Aesernia. Passeggiando tra le stradine si legge la storia della città: il tempio romano, oggi Cattedrale, le chiese medievali, i palazzi del ‘700 svelano il passato di una città che è stata per secoli il fulcro dei commerci del centro-sud d’Italia. |
Nel suo nucleo antico Isernia ospita la Fontana Fraterna, del XIII secolo, l’interessante chiesa di S. Francesco e S. Maria delle Monache che, restaurata dopo i bombardamenti dell’ultima guerra mondiale, oggi è sede del museo archeologico e conserva al suo interno molte altre tracce della storia di Isernia.
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Eventi, tradizione e cultura Ad Isernia, la cittadina del merletto, all’inizio dell’anno si tiene la festa delle Maitunate con gli abitanti del paese che girano per le abitazioni cantando filastrocche e augurando buon anno ai compaesani.
In occasione del periodo carnevalesco si ricordano soprattutto due manifestazioni: I Dodici Mesi e La Porta dell’Inferno, alle quali si univa la tradizione di bruciare la Curaesëma «una vecchia, magra e nera signora», simbolo del digiuno pre-pasquale. |